Alexander S. con l'auto sulla folla a Mannheim, dai disturbi mentali al possibile movente: cosa si sa
Chi è Alexander S., il 40enne che ha travolto la folla a Mannheim: dai disturbi mentali ai legami con l’estrema destra, emergono nuovi dettagli
Alexander S., il 40enne di Ludwigshafen che ha lanciato la sua auto sulla folla a Mannheim, uccidendo due persone e ferendone altre dieci, rimane sotto osservazione in ospedale dopo aver tentato di spararsi in bocca con una pistola a salve durante l’arresto. Le autorità escludono la matrice terroristica, ma il suo passato lascia aperti interrogativi sulle motivazioni del gesto.
- Auto sulla folla a Mannheim, chi è Alexander S.
- Disturbi psichiatrici e possibili motivazioni
- L’arresto e il tentativo di suicidio
Auto sulla folla a Mannheim, chi è Alexander S.
Alexander S. viveva a Ludwigshafen, nella regione della Renania-Palatinato, e secondo quanto riferito da Der Spiegel, soffriva da tempo di disturbi mentali. Nel 2018, era stato indagato per uso di simboli di organizzazioni incostituzionali, un’accusa spesso legata all’uso di simboli nazisti o dell’estrema destra.
Nonostante questo precedente, le autorità non lo consideravano una minaccia concreta, né avevano elementi per collegarlo ad ambienti radicalizzati.
Fonte foto: ANSA
La polizia sul luogo dell’attentato a Mannheim
Il fatto che guidasse un’auto già segnalata alle forze dell’ordine, però, lascia spazio a domande sulle eventuali misure di sorveglianza nei suoi confronti.
Disturbi psichiatrici e possibili motivazioni
Gli inquirenti stanno analizzando il profilo psichiatrico di Alexander S. per capire se il gesto possa essere stato frutto di un raptus o di una pianificazione premeditata.
Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo non era in cura al momento dell’attacco, ma soffriva di disturbi psichici.
L’ipotesi prevalente è che si sia trattato di un’azione isolata, non legata a moventi ideologici. Tuttavia, il riferimento ai suoi precedenti con simboli anticostituzionali porta a considerare anche la possibilità di un atto di violenza estrema maturato in un contesto di emarginazione sociale e instabilità mentale.
L’arresto e il tentativo di suicidio
Dopo l’attacco, Alexander S. ha tentato di togliersi la vita sparandosi in bocca con una pistola a salve, un dettaglio che gli investigatori stanno analizzando per comprendere se fosse un gesto simbolico o un tentativo reale di suicidio.
Trasportato in ospedale, l’uomo si trova attualmente in condizioni gravi ma stabili e piantonato dalle forze dell’ordine.
Le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio della vicenda di Mannheim, mentre il profilo di Alexander S. si delinea sempre più come quello di un uomo fragile, con un passato problematico e un presente segnato da solitudine, disagio psichico e possibile radicalizzazione.
