Alex Cotoia assolto in Appello a Torino per l'omicidio del padre, ucciso a coltellate per difendere la madre
Alex Cotoia è stato assolto in Appello: era accusato di omicidio volontario dopo che aveva ucciso il padre per difendere la madre
Alex Cotoia, 22 anni e sotto processo con l’accusa di omicidio volontario per avere ucciso il padre a coltellate nel 2020 per difendere la madre nel corso dell’ennesima lite in famiglia, è stato assolto dalla corte di assise di Appello, a Torino. Il processo è stato ripetuto, come deciso dalla Cassazione che aveva annullato con rinvio la precedente sentenza di condanna a 6 anni e due mesi inflitta al giovane.
- Alex Cotoia assolto in Appello: era sotto processo per l'omicidio del padre
- Le parole dell'avvocato del giovane: "Alex deve essere lasciato in pace"
- Le tappe della vicenda giudiziaria
Alex Cotoia assolto in Appello: era sotto processo per l’omicidio del padre
“Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina”. Così Alex Cotoia, le cui dichiarazioni a caldo sono state raccolte dall’Ansa.
I giudici, nelle loro valutazioni, non hanno pronunciato la parola “assoluzione”, ma hanno spiegato di aver preso la decisione di confermare quanto stabilito dalla sentenza di primo grado, che risale al 24 novembre 2021 e che aveva considerato l’imputato innocente.
Alex Cotoia (in mezzo), sua madre Maria (a sinistra) e suo fratello Loris (a destra)
Le parole dell’avvocato del giovane: “Alex deve essere lasciato in pace”
“Alex ora deve essere lasciato in pace, non ha praticamente ancora vissuto. Siamo contenti che sia finito un calvario giudiziario”, ha dichiarato a LaPresse l‘avvocato Claudio Strata, difensore dell’imputato.
“Siamo davvero contenti – ha aggiunto il legale -. Quando in aula è stata letta la sentenza è esplosa la gioia di Alex e dei suoi familiari“.
Strata ha sostenuto che la pubblica accusa ha avuto una “linea durissima”, avendo “schierato l’artiglieria pesante, ma per fortuna siamo riusciti a dimostrare l’innocenza di Alex”.
Le tappe della vicenda giudiziaria
Cotoia era stato assolto in primo grado. La Corte di assise aveva ritenuto che Alex, che aveva ucciso il padre a Collegno (Torino) nell’aprile del 2020 con 34 coltellate, non era colpevole in quanto aveva agito per legittima difesa.
In appello, nel 2023, il giovane fu invece condannato a 6 anni, due mesi e venti giorni per omicidio volontario. La sentenza è stata annullata con rinvio dalla Cassazione.
Nel nuovo processo i giudici, su indicazione della Suprema Corte, hanno rivalutato il contesto in cui si sono svolti i fatti, il clima che si respirava in famiglia e lo stato di disagio psichico di Alex. Alla fine è arrivata l’assoluzione.
Il padre di Alex, Giuseppe Pompa, è stato descritto come una persona irascibile, prevaricatrice e ossessiva. La moglie, Maria Cotoia, cassiera in un supermarket, narrò che il marito, nel corso della giornata in cui avvenne la sua uccisione, l’aveva contattata 101 volte sul cellulare solo perché pensava che al lavoro avesse salutato un collega.
Innanzi all’ennesima lite familiare, Alex si era scagliato contro il padre, uccidendolo per difendere la madre. Poi chiamò i carabinieri. “Voleva ucciderci tutti. Quando l’ho visto andare verso la cucina, l’ho solo anticipato”, aveva raccontato il giovane.