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Al via il summit di pace in Svizzera, ma senza Putin e Xi Jinping. Attesa la presenza di Meloni dopo il G7

È iniziato il summit svizzero per la pace in Ucraina, ma ci sono due grandi assenti: la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping. In arrivo Giorgia Meloni dopo la chiusura del G7

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Mentre il G7 chiude i battenti, prende il via un nuovo vertice internazionale: il primo summit sulla pace voluto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Più di 50 i capi di Stato e di governo che si riuniranno a Burgenstock per avviare un percorso verso il cessate il fuoco in Ucraina, a più di due anni dall’invasione russa. Tra i grandi assenti c’è proprio Vladimir Putin, insieme al Presidente della Cina Xi Jinping. È invece attesa la partecipazione di Giorgia Meloni dopo la riunione a Borgo Egnazia.

Assenti e presenti al summit

È iniziata la conferenza di pace in Svizzera, in programma sabato 15 e domenica 16 giugno, cui prendono parte 57 capi di Stato e di governo e 92 nazioni. Tra gli assenti c’è Joe Biden che dopo aver partecipato al G7, lascerà il suo posto alla vice Kamala Harris come rappresentate degli Stati Uniti al summit svizzero.

Il Brasile ci sarà, ma solo come osservatore, mentre la Cina ha declinato l’invito perché il suo presidente Xi Jinping ha fatto sapere che non avrebbe partecipato senza la presenza al tavolo della Russia. Quest’ultima, invece, non è stata invitata.

svizzera summit pace ucrainaFonte foto: ANSA
 Il summit per la pace in Ucraina si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno 

L’Italia sarà rappresentata da Giorgia Meloni che arriverà al Brugenstock dopo la chiusura del G7 in Puglia. Proprio durante la conferenza finale del vertice a Borgo Egnazia, la presidente del Consiglio ha ribadito “l’impegno compatto per difendere il sistema internazionale di regole basato sul diritto, messo a repentaglio con la guerra di aggressione russa”.

Il piano di pace dell’Ucraina

“Credo che qui al vertice faremo la storia”, ha dichiarato il presidente Zelensky in apertura della riunione al Burgenstock, il resort vicino Lucerna che ospita il summit svizzero.

Tra le tematiche principali c’è proprio il suo piano di pace in 10 punti, tra cui la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e il ritorno degli ucraini detenuti dalla Russia, che verranno subito messi sul tavolo. I punti rimanenti, come il ritiro totale delle forze russe dall’Ucraina, saranno discussi in una fase successiva.

Qui oggi diamo una possibilità alla diplomazia – ha sottolineato il presidente ucraino – Tutti i continenti sono rappresentati”. E poi: “Abbiamo già avuto successo nel creare l’idea che una pace giusta possa esistere. Ogni nazione qui può proporre le sue idee e quello che sarà deciso sarà parte del processo di pace: stiamo facendo la storia“.

Le condizioni dettate da Putin

Nonostante la sua assenza al summit, anche Putin ha avanzato una “proposta di pace”. O meglio, il capo del Cremlino ha dettato le sue condizioni per un cessate il fuoco che prevede in primis il ritiro degli ucraini da quattro regioni, DonetskLuganskKherson Zaporizhzhia, e la rinuncia a entrare nella Nato.

In caso contrario, ha avvertito il presidente russo, l’Occidente e l’Ucraina si assumeranno “la responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue”.

L’intervento di Putin alla vigilia del summit non è stato accolto positivamente dai partecipanti al vertice. Scholz ha affermato che quello del leader russo “non è un piano di pace, ma l’espressione di una conquista che vorrebbe ottenere come risultato del suo imperialismo”. Per Meloni “la proposta di pace” di Putin non è “reale”, ma appare più come “una mossa propagandistica”.

summit-pace-svizzera-ucraina Fonte foto: ANSA
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