Afghanistan, cosa succederà agli interpreti? L'annuncio dei talebani
L'Afghanistan è tornata in mano ai talebani e la paura cresce di ora in ora soprattutto tra le donne e tra chi ha collaborato con le potenze straniere
La situazione in Afghanistan ha acceso i riflettori sulle potenze occidentali che dopo 20 anni hanno deciso di ritirare le truppe dal Paese, favorendo così il ritorno al potere dei talebani. Critiche forti soprattutto agli Stati Uniti, con Joe Biden paragonato, sui social, a Ponzio Pilato dopo il discorso dalla Casa Bianca in cui ha dichiarato che “la nostra missione in Afghanistan non è mai stata pensata per costruire una nazione”, con “la situazione precipitata” e il Paese che è caduto “più rapidamente del previsto”.
Tantissime persone hanno provato e stanno provando a lasciare il Paese: tra le più spaventate ci sono le donne, ma anche i funzionari statali che hanno collaborato con le potenze occidentali in tutti questi anni, come ad esempio gli interpreti.
Temono una rappresaglia da parte dei talebani, che via Twitter hanno svelato le loro intenzioni.
Afghanistan, cosa succederà agli interpreti? L’annuncio dei talebani
I talebani hanno annunciato un’amnistia generale per tutti i funzionari statali, invitandoli a tornare al lavoro, due giorni dopo aver preso il potere in Afghanistan, grazie a un’offensiva lampo.
“È stata dichiarata un’amnistia generale per tutti (…), quindi dovreste riprendere il vostro stile di vita con piena fiducia“, hanno affermato in una nota, ripresa dall’Ansa.
A confermarlo su Twitter il portavoce dei talebani, Suhail Shaheen: “Assicuriamo a tutti i diplomatici, ambasciate, consolati e operatori di beneficenza, siano essi internazionali o nazionali, che non solo non verrà creato alcun problema per loro da parte dell’AIE, ma verrà fornito loro un ambiente sicuro, Inshallah”.
Non c’è invece un riferimento chiaro agli interpreti: in tanti hanno diffuso video-appelli sui social, chiedendo di essere salvati per evitare la decapitazione.
Afghanistan, le prime reazione internazionali
La situazione ha scatenato le prime reazioni internazionali.
La Turchia sta costruendo un muro lungo il confine con l’Iran: lo scopo è arginare una probabile nuova ondata di rifugiati dall’Afghanistan: al momento sarebbe in costruzione un tratto lungo cinque chilometri, ma l’obiettivo consisterebbe nell’allungare un vero e proprio muro di 295 chilometri complessivi sulla propria frontiera con l’Iran.
L’Australia invece ha annunciato che permetterà ai cittadini afgani che si trovano in questo momento nel Paese con visti temporanei di rimanervi a tempo indeterminato. Il governo sta cercando di rimpatriare anche chi ha collaborato durante la guerra, precisando però che non potranno essere salvati tutti.
Per quel che riguarda l‘Italia, il leader della Lega, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio 24 ha dichiarato: “Una disfatta, una fuga così male organizzata, è un regalo alle truppe talebane, bisognava pensarci prima. L’Europa se c’è deve dimostrare di esistere. La messa in sicurezza di chi scappa è un dovere di chi sta fuggendo. Gli arrivi di immigrati? L’Italia ha il record europeo, devono essere altri a fare la loro parte: gli altri paesi facciano la loro parte, noi già stiamo subendo abbondantemente gli arrivi.