"C'è una bomba sull'aereo", allarme all'aeroporto di Buenos Aires alla vigilia delle elezioni presidenziali
Evacuato l'aeroporto di Buenos Aires per un allarme bomba: l'ordigno sarebbe su un aereo. Domenica 22 ottobre ci sono le elezioni presidenziali
Allarme bomba all’aeroporto Aeroparque Jorge Newbery di Buenos Aires. Nello scalo è al lavoro la polizia federale e la brigata antiesplosivi. Le minacce sarebbero state inviate alle compagnie Aerolíneas Argentinas, Flybondi e Jet Smart. Un aereo è stato evacuato e le aree di pre-imbarco dei restanti voli sono state sgombrate. Secondo i media locali, chi ha lanciato l’allarme avrebbe riferito che l’ordigno sarebbe su uno dei 4 voli diretti a Mendoza. Domenica 22 ottobre si vota per le elezioni presidenziali in Argentina. L’allarme è rientrato dopo alcune ore.
- Allarme bomba rientrato dopo alcune ore
- Elezioni presidenziali domenica 22 ottobre
- Chi sono i 5 candidati
- Chi può votare
- Chi vince
Allarme bomba rientrato dopo alcune ore
Secondo il quotidiano Clarin, la hall degli imbarchi è stata evacuata la mattina di venerdì 20 ottobre per un allarme bomba.
La compagnia Aeropuertos Argentina 2000, che gestisce 35 aeroporti nel Paese, ha fatto sapere che la minaccia, arrivata via chat, parla di una possibile bomba su uno dei quattro voli diretti a Mendoza.
Alcuni aerei della compagnia Aerolineas Argentinas
Dopo alcune ore, l’Ansa ha chiarito che dopo l’allarme bomba solo uno dei voli, in partenza alle 9,45, è stato evacuato. Gli altri collegamenti, infatti, erano previsti più tardi.
Durante le operazioni degli artificieri gli arrivi sono stati sospesi e i voli prossimi all’atterraggio sono stati dirottati all’aeroporto internazionale di Ezeiza.
A Buenos Aires, a 48 ore dalle elezioni, l’allerta è massima.
Inoltre, nel 1992 l’ambasciata israeliana a Buenos Aires è stata oggetto del peggior attacco terroristico della storia argentina, quando l’esplosione di un potente ordigno provocò 22 morti e 242 feriti.
Elezioni presidenziali domenica 22 ottobre
Domenica 22 ottobre 35 milioni di argentini saranno chiamati a scegliere il nuovo presidente, il suo vice, i parlamentari e i rappresentanti al Parlasur, l’organo legislativo del Mercosur.
Chi sono i 5 candidati
I candidati sono in tutto 5.
Potrebbe spuntarla Javier Milei, deputato nazionale di La Libertad Avanza, ultraliberale e antisistema: economista, ha puntato la campagna a favore della dollarizzazione, contro l’intervento statale nell’economia e contro i diritti LGBTQIA+.
L’avversaria principale è Patricia Bullrich della destra tradizionale, legata all’ex presidente Mauricio Macri: nella sua corsa alla presidenza ha puntato sulla lotta alla criminalità, sulla riduzione della spesa pubblica e sul bimonetarismo per risollevare l’economia del Paese.
Più defilato c’è Sergio Massa del partito progressista al potere, Unione per la Patria: ministro dell’Economia nel Governo di Alberto Fernandez, è accusato di essere responsabile dell’inflazione incontrollata e della crisi economica.
Il quarto candidato è Juan Schiaretti, candidato di Hacemos por Nuestro Pais, ex governatore della provincia di Cordoba con un passato nel gabinetto di Carlos Menem negli anni ’90: Schiaretti è un vecchio peronista, passato però a destra.
La quinta è Myriam Bregman, avvocatessa, candidata col Fronte della Sinistra e dei Lavoratori: tra i punti principali del programma la distribuzione della ricchezza, la tutela dell’ambiente e il femminismo.
Chi può votare
In Argentina la partecipazione elettorale è obbligatoria per chi ha dai 18 ai 70 anni, facoltativa per quelli tra i 16 e 17 anni o gli over 70.
Chi vince
Vince il candidato che raggiunge il 45% dei voti, o chi ottiene il 40% con almeno 10 punti di scarto sul secondo.
In caso contrario, l’eventuale ballottaggio (tra i due più votati) si terrà a novembre.