Accordo sulle nomine Ue su von der Leyen, Kallas e Costa: via libera sul secondo mandato al vertice dei big Ue
Raggiunto accordo tra i leader europei (senza Meloni) per le nomine dei vertici Ue: bis per Ursula von der Leyen, spazio ad Kaja Kallas e Antonio Costa
Ursula von der Leyen viaggia spedita verso un secondo mandato come presidente della Commissione europea. I leader Ue che rappresentano la maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni europee hanno trovato un accordo informale sulle nomine per i top job, le principali cariche dell’Unione europea. La configurazione sarebbe questa: von der Leyen alla Commissione, il portoghese Antonio Costa al Consiglio europeo e l’estone Kaja Kallas come Alto rappresentante della politica estera.
Nomine Ue, accordo raggiunto su Von der Leyen bis
Come riporta Ansa, citando diverse fonti vicine ai negoziati, nella giornata di martedì 25 giugno i leader delle tre famiglie politiche che hanno sostenuto il governo Ue uscente – Popolari, Socialisti e Liberali – hanno trovato un accordo di massima sui nomi per i vertici delle istituzioni europee.
I tre nomi indicati sono espressione della maggioranza all’Europarlamento, composta come negli ultimi anni dal Partito Popolare Europeo (PPE), di centrodestra, dal Partito Socialista Europeo (PSE), di centrosinistra, e dai liberali di Renew.
Kaja Kallas e Antonio Costa
L’accordo raggiunto prevede un secondo mandato della tedesca Ursula von der Leyen (PPE) come presidente della Commissione Europea, l’ex primo ministro portoghese Antonio Costa (PSE) come presidente del Consiglio Europeo e la premier estone Kaja Kallas (Renew) come Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri.
L’accordo tra i big europei
L’intesa è stata raggiunta in un vertice ristretto a cui erano presenti tra gli altri sei capi di governo espressione della maggioranza di Popolari, Socialisti e Liberali. Secondo quanto riporta Politico, al tavolo c’erano:
- il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro olandese Mark Rutte, per Renew;
- il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez, per il PSE;
- il primo ministro polacco Donald Tusk e quello greco Kyriakos Mitsotakis per il PPE.
L’accordo dovrà ora essere confermato dai 27 capi di Stato e di governo al Consiglio europeo che si terrà il 27 e 28 giugno.
Per essere nominata, von der Leyen ha bisogno del sostegno di una maggioranza qualificata che rappresenti almeno 15 Paesi e il 65% della popolazione dell’Unione Europea.
L’elezione di Ursula von der Leyen a capo della Commissione dovrà poi essere approvata anche dal Parlamento Europeo: serve la maggioranza assoluta, quindi 361 deputati su 720. Attualmente Popolari, Socialisti e Liberali contano insieme 399 deputati.
L’Italia e Meloni?
Dai negoziati sarebbe stata esclusa la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che fa parte dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR), gruppo composto da partiti di estrema destra.
Forte dei buoni risultati ottenuti alle Europee, Meloni avrebbe cercato di inserirsi nei negoziati, ma sarebbe arrivato il veto di Socialisti e Liberali, che ai Popolari avrebbero posto come condizione per la riconferma di von der Leyen il no a una alleanza con l’Ecr.
Secondo quanto riportano diversi media internazionali, dopo l’accordo raggiunto Ursula von der Leyen proverà a negoziare direttamente con Giorgia Meloni per avere il suo sostegno, non in quanto leader dei Conservatori ma in qualità di capo di governo di uno dei Paesi fondatori.
Si parla della concessione di un commissario con un portafoglio di peso e di una vicepresidenza.