A Tavolara (Sardegna) spunta un ecomostro costruito per il matrimonio del figlio di Rania di Giordania
In Costa Smeralda è stato realizzato in tempi record un capannone che ospiterà le nozze del principe Al Hussein, figlio della regina Rania di Giordania
È polemica in Sardegna per l’ecomostro spuntato davanti all’isola di Tavolara, in Sardegna, sulla Costa Smeralda. Si tratta di un capannone che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, è stato realizzato per ospitare il matrimonio tra il figlio del re Abd Allah II e della regina Rania di Giordania e la ricca ereditiera saudita Rajwa al Saif.
- Ecomostro fotografato dagli ambientalisti
- Quando è previsto il matrimonio del principe
- La legge che ha permesso la costruzione dell’ecomostro “temporaneo”
- Il monito del sindaco: smontare subito dopo la cerimonia
Ecomostro fotografato dagli ambientalisti
La vicenda è stata svelata dal Corriere della Sera, che ha raccolto la segnalazione fotografica di un gruppo di ambientalisti. Le immagini mostrano il capannone, lungo circa 70 metri, largo 30 e alto 15, sorto in poche ore in una delle zone più tutelate della Sardegna.
In base a quanto riportato dal Corriere, la realizzazione sarebbe avvenuta senza l’autorizzazione del Comune né della Soprintendenza.
Quando è previsto il matrimonio del principe
Il matrimonio tra il principe Al Hussein di Giordania e Rajwa al Saif è in programma il 10 giugno. A quanto pare la struttura è di carattere temporaneo e verrà completamente smantellata dopo la cerimonia.
La passione degli sceicchi e dei super ricchi in generale per la Sardegna è nota, ma come scrive Gianantonio Stella “è comunque una sassata bianca nell’occhio degli italiani”. Si teme, infatti, che la struttura possa diventare permanente.
La legge che ha permesso la costruzione dell’ecomostro “temporaneo”
A permettere la costruzione dell’ecomostro che ospiterà il matrimonio di fronte all’isola di Tavolara è uno spiraglio presente nella legge regionale del 23 ottobre 1985, precisamente alla lettera F del comma secondo dell’articolo 15.
Un’altra immagine dell’ecomostro realizzato in Costa Smeralda
Tale comma, infatti, consente la costruzione di “opere oggettivamente precarie dirette a soddisfare obiettive esigenze eccezionali, contingenti e temporalmente determinate, anche di durata superiore a centoventi giorni, tali da poter essere rimosse immediatamente alla cessazione della necessità”. Tuttavia, secondo il Gruppo d’intervento giuridico, questa opzione non sarebbe applicabile in aree ad altissima rilevanza paesaggistica e naturalistica, come nel caso delle coste di fronte a Tavolara.
Il monito del sindaco: smontare subito dopo la cerimonia
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, in effetti non sarebbe stata presentata alcuna richiesta per l’avvio dei lavori. Né il sindaco di Loiri-Porto San Paolo, né tantomeno la Soprintendenza di Sassari avrebbero ricevuto la comunicazione relativa ai lavori.
Allo stesso sindaco, sempre secondo quanto riportato nell’articolo, sarebbe stata chiesta la disponibilità per un mese del parcheggio pubblico dell’area di Cala Finanza. Una richiesta non accolta dal sindaco, che ha già fatto sapere che dopo la festa – in programma il 10 giugno – la struttura dovrà essere completamente smontata, “bullone per bullone”.