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Il test sierologico non basta: la spiegazione di Ricciardi

L'esperto: "Fondamentale il tampone, serve a escludere di essere nel pieno dell'infezione"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Se un cittadino che si sottopone autonomamente al test sierologico risulta negativo, possiamo dire che non merita generalmente approfondimenti. Se risulta positivo, invece, i livelli di IgG e IgM (quindi degli anticorpi, ndr) potrebbero indicare in quale fase dell’infezione ci si trova: ma non potendo escludere completamente il rischio di essere ancora contagiosi serve comunque una verifica con il tampone“. Queste le parole di Walter Ricciardi, professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica di Roma, rilasciate al giornale Live.

Ma quali sono le linee guida nazionali per l’utilizzo dei test? “Il ministero della Salute – spiega Ricciardi – ha emanato una circolare in cui si descrivono i flussi decisionali, ma ogni Regione ha il diritto di decidere autonomamente sui temi di gestione ordinaria: l’utilizzo dei test sierologici non può sostituire comunque quello dei test molecolari basati sui tamponi naso-faringei“.

Questo perché – sottolinea l’esperto – “un test sierologico negativo non esclude un’infezione nelle fasi iniziali, quando l’organismo non ha ancora prodotto anticorpi specifici contro il coronavirus. E un risultato positivo non vuol dire necessariamente che la persona sia ancora infettiva”.

L’affidabilità di questi test, inoltre, “dipende strettamente dal loro livello di sensibilità e specificità, caratteristiche variabili tra gli oltre 100 kit disponibili in commercio“, aggiunge Ricciardi.

Quindi perché testare 150 mila cittadini italiani, contattati direttamente dalla Croce Rossa? “L’indagine prevista dal ministero – risponde il docente – è una situazione diversa: l’utilizzo dei test sierologici a fini epidemiologici è di indubbia utilità. Il Comitato tecnico scientifico ha selezionato un kit specifico, che sarà utilizzato per testare 150 mila persone rappresentative della popolazione italiana per sesso, genere, età, distribuzione geografica. Così potremo avere un’idea precisa della diffusione“.

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