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5 mila euro di "garanzia" per non finire nei Cpr: il provvedimento serve a verificare il diritto di asilo

Lo Stato italiano chiede 5 mila euro ai richiedenti asilo come "garanzia" per il tempo di esame della domanda di asilo. L'opposizione è critica

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Il governo chiede 5 mila euro di “garanzia” ai migranti per evitare loro di essere trattenuti in un Centro per il rimpatrio (Cpr). La norma è inserita all’interno del decreto attuativo del ministero dell’Interno e prevede una quota di 4.938 euro per garantire un alloggio adeguato sul territorio nazionale, una somma per il rimpatrio e mezzi di sussistenza minimi. “La destra dice di voler combattere gli scafisti – commenta Nicola Zingaretti (Pd), ex governatore del Lazio – ma si comporta come loro chiedendo soldi ai disperati che fuggono dalla miseria”.

Il testo del decreto

Secondo il decreto del ministero dell’Interno pubblicato il 22 settembre, gli stranieri non Ue che arrivano in Italia e fanno richiesta di asilo dovranno inviare in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa 4.938 euro all’Italia come “garanzia”.

Nel testo si legge che la “garanzia finanziaria” permette, per un periodo massimo di trattenimento pari a 28 giorni, la disponibilità a un alloggio adeguato, la somma per il rimpatrio, mezzi di sussistenza minimi necessari a persona.

immigrazione minoreFonte foto: ANSA
 Il governo Meloni ha varato un decreto che prevede il pagamento di 5 mila euro ai richiedenti asilo per non finire nei Cpr (22 settembre 2023)

5 mila euro per non finire in un Cpr

In parole semplici: per non finire in un Cpr (centri per il rimpatrio spesso sotto i riflettori per il trattamento che ricevono le persone al loro interno) lo Stato italiano chiede 5 mila euro ai richiedenti asilo.

La normativa presenta diverse problematicità. La Corte di Giustizia europea nel 2000 ha già sanzionato l’Ungheria per la stessa condotta. Inoltre le persone che richiedono asilo sono considerate in fuga da Paesi dove rischiano persecuzioni o danni gravi. La richiesta economica crea discriminazioni tra chi può e non può permetterselo e non tra chi ha più diritto di fuggire dal proprio Paese e chi no.

L’opposizione grida: “Vergogna”

A firmare il decreto sono il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e dai colleghi di Giustizia ed Economia Carlo Nordio e Giancarlo Giorgetti. Questi spiegano che è stato varato sulla scorta delle direttive europee in materia (2013/33/Ue).

L’opposizione attacca. “Un governo che si comporta da scafista”, commenta  il responsabile immigrazione del Pd Francesco Majorino; mentre il presidente dei senatori Pd commenta che il governo Meloni vuole trasformare l’Italia nell’Ungheria di Orban e aggiunge: “Questo governo è una vergogna”.

immigrazione Fonte foto: ANSA
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