22enne suicida all’ospedale di Vizzolo Predabissi dopo lo stupro: lettera degli amici per chiarire la vicenda
Con una lettera, pubblicata sui social, gli amici del 22enne morto suicida a Vizzolo dopo lo stupro in ospedale cercano di chiarire la vicenda
Pochi giorni fa un ragazzo trans di 22 anni, dopo essere stato violentato mentre si trovava al pronto soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi, si è suicidato gettandosi dal quarto piano della struttura. Gli amici della vittima hanno pubblicato sui social una lettera aperta per provare a far chiarezza sull’accaduto.
- La violenza e il suicidio in ospedale
- La lettera sulla vicenda di Vizzolo
- Gli interrogativi e gli errori
La violenza e il suicidio in ospedale
Lo scorso 27 maggio un ragazzo trans era arrivato all’ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano), come riportato da ANSA, per dei presunti abusi che sarebbero avvenuti in famiglia.
Una volta giunto al nosocomio il giovane, mentre si trovava su una barella, è stato violentato. Il ragazzo, dopo aver denunciato l’accaduto, è stato quindi trasportato in un secondo ospedale, per poi venire inspiegabilmente riportato nel primo nosocomio.
La lettera pubblicata sui social per chiarire la vicenda del ragazzo che si è suicidato all’ospedale di Vizzolo Predabissi dopo essere stato stuprato
Qui il giovane, dopo essere stato lasciato da solo in una stanza del quarto piano della struttura, forse in preda a una fragilità mentale dovuta alle violenze subite, si è gettato di sotto, suicidandosi. Dopo i molti articoli usciti sulla vicenda, gli amici della vittima hanno deciso di scrivere e condividere una lettera per fare chiarezza sull’accaduto.
La lettera sulla vicenda di Vizzolo
“Riceviamo e condividiamo la lettera di chiarimento sulla morte del ragazzo nell’ospedale di Vizzolo Predabissi il 28 sera”. Con questo incipit è stata pubblicata sui social, dalla pagina Collettivo_kasciavit, la lettera scritta dagli amici della giovane vittima, che hanno voluto chiarire quanto accaduto nei giorni scorsi.
“Stamattina i giornali hanno raccontato la morte del nostro amico, avvenuta il 28 sera – inizia la lettera – Dopo essersi presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Vizzolo Predabissi in uno stato di fragilità mentale, ha subito uno stupro da parte di un altro paziente”.
“Dopo aver riportato immediatamente l’accaduto allo staff è stato portato all’ospedale Mangiagalli, dove sono state confermate le lesioni compatibili con l’abuso”. Il ragazzo, continua poi la lettera, “è stato portato nuovamente all’ospedale dove era avvenuta la violenza per un ricovero sociale, una misura d’emergenza per le persone che non hanno un luogo dove andare per essere al sicuro. Poco dopo, si è buttato dal quarto piano morendo sul colpo”.
Gli interrogativi e gli errori
“Nonostante fosse un ragazzo trans i cui pronomi maschili erano chiaramente indicati sui suoi profili social, tutti i giornali l’hanno chiamato ‘donna’ e l’hanno indicato con i suoi vecchi pronomi femminili. Abbiamo tante domande su quello che è successo” prosegue poi la lettera. E in effetti inizialmente le testate, non a conoscenza di alcune informazioni, hanno riportato la notizia in modo erroneo, parlando della vittima al femminile.
Gli amici della giovane vittima si chiedono giustamente com’è possibile che una tale violenza sia avvenuta “in un luogo protetto come un ospedale”, perché il giovane è stato lasciato da solo nonostante “un evento traumatico e con un presente psichiatrico difficile e ben documentato” e, soprattutto, perché un il ragazzo sia morto “solo e senza tutele”.
Una vicenda dalla quale vengono quindi fuori errori e disattenzioni che possono ovviamente ferire chi è vicino a quanto accaduto. Anche per questo la lettera si conclude con la richiesta di chiarimenti sulla dinamica della vicenda che, si spera, possa avvenire nel modo più rapido e corretto possibile.