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18 casi di encefalite da zecca in Veneto: come difendersi ed evitare l'infezione

Crescono i casi di encefalite da zecca in Veneto: i consigli per evitare le infezioni

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Salgono i casi di encefalite da zecca (Tbe) in Veneto. Non sono quindi casi isolati quelli della dodicenne e dell’uomo di 67 anni finiti all’ospedale di Treviso.

18 casi rilevati: 8 non invasivi, 10 di encefalite

La Tbe è un’infezione piuttosto diffusa tra i frequentatori, anche occasionali, della montagna. L’Usl Dolomiti ogni anno vaccina gratis migliaia di persone, sia adulti sia bambini.

Secondo l’ultimo report disponibile sulle arbovirosi diffuso dalla Regione, i casi di Tbe finora scovati sono 18: otto nella forma meno invasiva, l’infezione virale da zecca, e dieci di encefalite.

Encefalite da zecca, casi in Veneto.Fonte foto: ANSA

“Noi abbiamo appena dimesso tre pazienti cinquantenni — ha spiegato al Corriere della Sera il dottor Renzo Scaggiante, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Belluno, centro di riferimento regionale per diagnosi e cura delle patologie da zecche — un altro, di sessant’anni, è invece appena stato trasferito dalla Terapia intensiva in reparto”.

“Ma la prognosi – ha proseguito il medico – è impegnativa, non riesce ancora a respirare da solo. Purtroppo per la Tbe non esistono terapie mirate, dobbiamo ricorrere a cortisone e anti-infiammatorio e tra l’1% e il 2% dei pazienti incorre in insufficienza respiratoria. In compenso il vaccino funziona molto bene, non ha effetti collaterali, quindi lo consigliamo”.

Scaggiante ha aggiunto che la meningo-encefalite da zecca è stata diagnosticata per la prima volta nel Bellunese nel 1994, quindi in tempi piuttosto recenti.

Come evitare l’infezione

“Le nostre montagne – ha spiegato il dottore – sono purtroppo i luoghi più affollati di zecche, seguiti dai rilievi del Vicentino, del Trentino e del Friuli. Per fortuna non tutte trasmettono la Tbe, solo una percentuale ridotta, ma bisogna stare molto attenti quando si va in montagna. Sono parassiti piccoli come una capocchia di spillo, quindi difficilmente visibili, che però provocano migliaia di morsi”.

Il medico ha continuato dicendo che affinché l’infezione sia trasmessa le zecche devono rimanere attaccate al soggetto per ore o giorni e che spesso basta una doccia per spazzarle via. Tuttavia non sempre ciò avviene: “Se si individuano, vanno rimosse subito. Grazie al vaccino i casi che vediamo sono largamente inferiori rispetto al potenziale”.

Se non si è vaccinati, il consiglio di Scaggiante è quello di camminare sui sentieri privi di erba alta, dove le zecche si annidano. “E poi è necessario coprirsi il più possibile e usare i repellenti, il semplice Autan, come si fa per difendersi dalle zanzare. Dopo le zanzare, le zecche sono infatti i parassiti più diffusi al mondo e si trovano anche in pianura, sempre nell’erba, ma di solito non sono infette”, ha concluso il dottore.

Come e dove vaccinarsi

La vaccinazione si svolge tramite tre dosi, più i richiami. Dal 2019 è gratuita per i residenti nella provincia di Belluno ed è prenotabile sul sito www.aulss1.veneto.it.

Dal 2016 al 2022 l’Usl Dolomiti ha somministrato 85.193 dosi anti-Tbe. Si segnala inoltre che il vaccino è somministrato anche nelle altre otto Usl del Veneto, in questo caso, però, si devono pagare 25 euro di ticket.

Sono state somministrate 30.359 dosi a pagamento lo scorso anno. La vaccinazione la si può sostenere a partire dall’anno di vita. Va ricordato poi che è importante la prevenzione negli animali domestici.

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encefalite-zecca Fonte foto: ANSA
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