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Terrorismo

Il termine terrorismo islamico indica una forma di violenza praticata da fondamentalisti musulmani per raggiungere obiettivi politici in nome della loro religione

di Stefania Bernardini

Il terrorismo islamico è una forma di violenza messa in atto, in nome della loro religione, da gruppi di fondamentalisti islamici. Il fenomeno si è iniziato a conoscere a livello globale a partire dal secondo dopoguerra quando diverse organizzazioni hanno iniziato a fare ricorso ad attentati, rapimenti, dirottamenti di mezzi di trasporto pubblici, omicidi e attentati kamikaze.

Il primo movimento che ha teorizzato l’uso della violenza per ripristinare lo stile di vita fondamentalista e ortodosso è stato quello dei Fratelli Musulmani fondato nel 1928 in Egitto. Altre formazioni sono legate alle rivendicazioni territoriali palestinesi, alla Rivoluzione iraniana e, in particolare, a seguito della guerra russo-afghana che ha acquisito una veste globale e avversa all’Occidente.

A rendere il terrorismo islamico noto e temuto in tutto l’Occidente sono stati gli attacchi sanguinosi di Al-Qaeda e dell’Isis, tra le ultime organizzazioni di questo stampo in ordine di tempo.

La jihad e il terrorismo di matrice jihadista

Il terrorismo islamico è collegato alla jihad, un termine islamico che indica la “guerra santa”, ovvero le lotte per l’espansione dell’islam e contro gli infedeli. Lo scopo dei gruppi jihadisti è creare uno stato islamico governato unicamente dalla legge islamica, ovvero la Sharia. Questi rifiutano la democrazia e i parlamenti eletti perché credono che Dio sia l’unico legislatore.

L’Europol definisce il jihadismo come “un’ideologia violenta, che si serve dei concetti tradizionali islamici. I jihadisti legittimano l’uso della violenza con richiamo alla dottrina islamica tradizionale sulla jihad, un termine che significa letteralmente ‘lotta’ o ‘sforzo’, ma nella legge islamica è considerata guerra santa”. Proprio la rete di al-Qaeda e quella dell’Isis sono i maggiori rappresentanti di gruppi jihadisti.

Chi sono e come colpiscono gli jihadisti

Sempre dai dati dell’Europol, nel 2018 gli attacchi di terroristi islamici sono stati fatti principalmente da persone cresciute e radicalizzate non loro Paese d’origine. Diversa la situazione un anno dopo, nel 2019, quando il 60% circa dei terroristi jihadisti era in possesso della cittadinanza del Paese dove hanno attaccato o dove avevano intenzione di attaccare. Ci sono poi i foreign fighters, ovvero i combattenti stranieri, che sono coloro che pur non appartenendo geograficamente e per origine ai Paesi di matrice islamica, abbracciano la causa degli jihadisti per combattere con i terroristi.

Nel 2015 gli attacchi jihadisti sono stati commessi da singoli individui o da gruppi. Nel 2019 quasi tutti gli attacchi portati a termine o falliti sono stati condotti da “lupi solitari”, mentre la maggior parte degli attacchi sventati coinvolgeva un numero variabile di sospetti. I primi hanno utilizzato principalmente furgoni e fucili e hanno organizzato attacchi più semplici e meno strutturati. I gruppi hanno usato invece fucili automatici ed esplosivi in attentati più complessi e ben coordinati.

L’obiettivo è quello di fare il più alto numero di vittime, senza distinzione tra musulmani o non musulmani, per innescare una maggiore risposta emotiva e una sensazione di paura nell’opinione pubblica.

Alcuni esempi di attentati terroristici degli ultimi anni sono stati l’attacco al Bataclan a Parigi nel 2015, il furgone nella folla sulla Rambla a Barcellona nel 2017, la strage alla Manchester Arena al termine del concerto di Ariana Grande in Inghilterra nel 2017. La più nota e aggressiva azione di terrorismo islamico è stata quella organizzata da Al-Qaeda nel 2001 con l’attacco alle Torri Gemelle di New York.

Le azioni dei terroristi islamici

Tra gli obiettivi più spesso colpiti dal terrorismo islamico ci sono gli Stati Uniti e Israele. A metà degli anni Novanta nel mirino dei terroristi c'era anche la Francia, a seguito della guerra civile algerina. La Russia ha subito molti attentati terroristici per il suo coinvolgimento nella seconda guerra cecena e nel 1997 il governo cinese fu il principale artefice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai voluta anche per combattere i movimenti islamici in Asia centrale.

Tra il 2005 e 2007 l'Iraq è stato il luogo dove si è concentrata maggiormente l'attività terroristica: solo nel 2005 oltre 8mila iracheni sono morti a causa di attentati. I gruppi iniziano spesso con minacce emesse come Fatwa, sentenze legali del mondo islamico che prevedono la condanna a morte solitamente di un miscredente. Negli ultimi anni anche l’Europa è stata al centro di sanguinosi attacchi terroristici di matrice islamica. Dal 2004 sono stati colpiti Spagna, Regno Unito, Francia, Danimarca, Belgio, Germania, Svezia, Finlandia e Olanda.

Il gruppo di Al-Qaeda

Al-Qaeda è un movimento paramilitare terroristico internazionale di matrice islamica. È stato fondato l’11 agosto del 1988 ed è stata guidata da Osama Bin Laden fino al 2 maggio del 2011, quando il miliardario saudita è stato ucciso da soldati americani e agenti della Cia in un conflitto a fuoco ad Abbottabad, in Pakistan, dove si nascondeva.

È diventata nota, in particolare, per gli attacchi dell’11 settembre del 2011 contro gli Stati Uniti e sembra che attualmente sia presente in più di 60 Paesi. Il suo obiettivo dichiarato è difendere l'Islam dal Sionismo, dal cristianesimo, dall'Occidente secolarizzato e dai governi musulmani filo-occidentali o "moderati", quali quello dell’Arabia Saudita che è visto come insufficientemente islamico e troppo legato agli USA.

I suoi atti terroristici si basano su attacchi suicidi e omicidi e fanno ricorso all'uso simultaneo di esplosivi contro differenti obiettivi. Al-Qaeda rivendica il legittimo uso delle armi e della violenza contro l'Occidente e il potere militare degli Stati Uniti d'America e di ogni Stato loro alleato.

Lo Stato Islamico

L’Isis è la sigla dello Stato Islamico che si è proclamato indipendente nel 2014 con la restaurazione del Califfato islamico, in un’area tra l’Iraq e la Siria. La traduzione comune è infatti Stato islamico dell’Iraq e della Siria. Il processo iniziato con la ribellione al governo iracheno di una parte dei gradi superiori dell’esercito a seguito dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e la crisi politica delle vecchie classi dirigenti in Iraq e Siria ha prodotto nella prima parte del secondo decennio degli anni 2000 un fenomeno di radicalizzazione dei ceti sociali che si sentivano estromessi dal potere.

In questo contesto sono nati gruppi di stampo integralista e fondamentalista. Nel 2013 l’Isis si è affiliato con la branca siriana di Al-Qaeda, il Fronte al-Nusra, che aveva conquistato una parte del territorio nell'ambito della guerra civile contro il governo di Bashar al-Asad, ma poi se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Fino al 2019 è stato guidato da Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi califfo. La particolarità di questo gruppo è quella di riunire in una sola entità le caratteristiche dell'esercito, delle modalità terroristiche, della fisicità del territorio in cui risiede e della struttura statale.

Hamas e gli altri gruppi terroristici islamici

Hamas è un gruppo che ha cominciato a operare attacchi contro obiettivi militari e civili israeliani all'inizio della Prima Intifada nel 1987. L’organizzazione si ispira esplicitamente alla Fratellanza Musulmana per la Palestina e il suo statuto del 1988 esorta alla distruzione di Israele, sebbene i suoi portavoce non ricordino sempre in modo così esplicito questo fine strategico. La sua «ala militare» rivendica sempre la responsabilità degli attentati perpetrati contro lo Stato d’Israele.

Sono poi anche noti i gruppi Fatah al-Islam, che opera  fuori dal campo-profughi di Nahr al-Bared, nel settentrione del Libano, e Jaljalat, gruppo islamico salafita armato operante nella Striscia di Gaza.

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